Sfruttando l'ironia e il gioco che Rossini propone ed esalta e la perizia architettonica dell'eredità musicale di Bach che è molto contraria all'opera, la GDO/UDA mette in scena la sua sfida: quella tra i due grandi compositori che trascinano gli spettatori tra sincopati, splendori ritmici e complessità di armonie.

Come una goccia cinese, il dubbio si insinua nella persona, l'ambiente lo alimenta e lo permea, dando vita al preconcetto capace di far prendere forma ad atteggiamenti ingiusti. Corpi forzati, corde che collegano e racchiudono dentro visioni velate dal pensiero pregiudiziale che racconta ciò che non è come se negasse ciò che è.

Quasi un racconto di molti di noi di un periodo, di una fase che ha cambiato prospettive e visioni ma allo stesso modo ha dato la possibilità a chi ha voluto interpretare l'handicap come spinta al cambiamento e quindi a qualcosa di positivo su cui appunto trovare l'equilibrio perché in ogni situazione bisogna sempre trovare il modo di interpretare la difficoltà come motore di una trasformazione.

Uno spettacolo che fa dialogare pubblico ed artisti attraverso musica e gesto utilizzando i diversi linguaggi espressivi con il filo conduttore della forza della musica dal vivo unita alla forza del corpo si esprime e vibra con la musica e si esalta con la percussione.